Estella è una ragazza messicana che non sa una parola di inglese e che cerca disperatamente, appena uscita dalla metropolitana di New York, un ristorante chiamato “The Grill”, dove dovrebbe lavorare Pedro, partito tempo prima dal suo stesso villaggio natio. Le strade attorno a Times Square brulicano di gente rumorosa, che si muove rapida e presta poca attenzione a quell’esserino sperduto. Ma il caso vuole che Estella si ritrovi proprio davanti alla porta del locale e la fortuna le offre in un lampo, grazie a un equivoco e a un’emergenza, la possibilità di lavorare – fuori da ogni regola sociosanitaria – nella cucina del ristorante. Appena Estella varca la porta posteriore dell’edificio l’inquadratura si stringe, il formato panoramico si riduce, l’aria comincia a mancare. È un dedalo il retro del “The Grill”, fatto di corridoi e ufficetti che infine conducono allo spazio aperto e allo stesso tempo concentrazionario della cucina. Estella trova Pedro, con cui la mettono subito a lavorare, ma accanto a lui incontra una moltitudine di facce, etnie, nazionalità, variegate come il cibo da cucinare in un ristorante di quel tipo, dove c’è tutto per chiunque....
Alonso Ruizpalacios racconta un mondo dentro un mondo. È una drammatica storia corale che assume contorni di commedia grottesca affondando le radici nella satira sociale e condendo il tutto con un sottofondo poliziesco (sono scomparsi 800 dollari da un registratore di cassa e va trovato un colpevole). Insomma, è un film che coscientemente deraglia e spiazza, corre e si ferma, divaga ed implode. Al centro della storia c’è l’amore tra il cocinero Pedro (Raúl Briones Carmona, in perpetuo movimento) e Julia, la più bella delle cameriere (un’incantevole Rooney Mara).