Con un'introduzione a cura di Maria Santa Guarini dell'associazione Integrando e di Giorgia Benusiglio alla cui storia si ispira il film.
Giorgia fa il liceo artistico in una cittadina di provincia e ha un buon amico in Luca, un suo compagno di classe gay, inoltre ha talento nel realizzare orecchini con materiali di riciclo, che suscitano l'interesse di Giorgio, un giovane proprietario di un laboratorio di oreficeria. L'unico segnale di disagio che esprime è il desiderio di trasferirsi a Roma per seguire un corso, cosa che suo padre le proibisce. Sembra invece molto più irrequieta Ludovica, che racconta di essere stata brevemente in una clinica per disintossicarsi e sogna di diventare scenografa al fianco del suo docente alle Belle Arti, ma che finisce per essere seguita nella tesi dall'assistente di quest'ultimo, Davide, ovvero il fratello maggiore di Giorgia. Racconto di formazione in provincia dalla svolta drammatica e tratto da una storia vera, La mia seconda volta è esempio di un cinema dichiaratamente educativo, un vero e proprio monito sui pericoli della droga.