E' la storia personale di un protagonista di questo nostro tempo. Accompagnati dalle sue parole, intessute da memorie visive, gli Autori ripercorrono accadimenti e atti dell'uomo Carlo Maria Martini per conoscere come questo importante rappresentante della Chiesa cattolica ha speso i giorni della sua vita rigorosamente fedele alla sua vocazione e ai suoi ideali. Si intitola vedete, sono uno di voi - rigorosamente in minuscolo perché "in maiuscolo scrivono i superbi" (cit.) - il film che Ermanno Olmi ha dedicato al Cardinale Carlo Maria Martini. Prodotto da Istituto Luce Cinecittà insieme a Rai Cinema e distribuito da Istituto Luce Cinecittà, è un documentario che si avvale di immagini di repertorio scovate in importanti archivi ed è accompagnato dalla voce fuori-campo dello stesso Olmi, che facendo parlare in prima persona l’ex Arcivescovo di Milano ne mette subito in evidenza il lato umano.
Oltre che figura ecclesiastica di primo piano, Martini è uno sguardo attraverso cui raccontare il nostro tempo: dal fascismo al boom economico, dagli anni di piombo fino a Tangentopoli e oltre, intrecciano la cronaca e il ritratto della cattiva politica a ricordi personalissimi, legati alla famiglia e al rapporto con la fede. Proprio per questa sua doppia anima (intima e universale), il film ha ispirato alla coppia che lo ha girato riflessioni sul nostro mondo, consumato dalla fame di ricchezza e dall’arroganza di chi si ostina a ignorare la lingua degli onestiLa voce fuori campo e la regia sono dello stesso Olmi che firma anche la sceneggiatura con Marco Garonzio, la fotografia è del figlio Fabio, il montaggio (fondamentale in questa storia che si muove avanti e indietro come i flussi delle maree) è di Paolo Cottignola, le ricerche d'archivio (quello dell'Istituto Luce, anche produttore con Rai Cinema e distributore, come di molte altre collezioni di memoria) sono di Nathalie Giacobino: nomi da citare per descrivere uno sforzo collettivo ed ecumenico nel rendere giustizia ad una figura che ha attraversato la storia d'Italia e ha rappresentato un punto di riferimento spirituale anche per molti non credenti. E le musiche, dal requiem di Verdi fino alle composizioni di Fabio Vacchi e Paolo Fresu, più che un accompagnamento sono un sostegno retorico (nel senso più nobile del termine) e un potente volano emozionale.