Il cliente è un film molto intenso, duro, ben interpretato e ben diretto. Attraverso la metafora della disgregazione della coppia il film narra la disgregazione urbana e sociale della realtà iraniana a cavallo tra modernità e retrogradi retaggi culturali.
Emad (il bravissimo Shahab Hosseini) e Rana (la dolcissima Taraneh Alidoosti) sono due attori di teatro, affiatati sulla scena come nella vita, che devono lasciare improvvisamente il loro appartamento perché pericolante. Le vibrazioni della ruspa, nei lavori edili del lotto adiacente, hanno causato il crollo del loro edificio. Nel film è mostrata una Teheran attuale, laica, costruita fuori ogni regola con materiali scadenti e senza controlli.
A teatro si recita Morte di un commesso viaggiatore, di Arthur Miller del 1949, che in qualche modo critica i valori del sogno americano e della società statunitense alla soglia del consumismo (non a caso il titolo originale del film è The Salesman). Tra una prova e l’altra la sintonia della coppia si altera anche on stage.
Il film rappresenta molto bene il cambiamento progressivo di Emad, delle sue due anime di cui man mano una ha il sopravvento sull’altra: da gentile e premuroso marito a uno vendicativo e distaccato, da moderno e tollerante professore di scuola a uno punitivo e autoritario. Toccato e offeso nella sua intimità, Emad sfoga la sua frustrazione con aggressività un po’ con tutti ed è totalmente incapace di comprendere colei che è stata realmente violata, né tantomeno lo shock subìto.
Il regista iraniano Asghar Farhadi è stato già premiato con un Orso d’Oro a Berlino e l’Oscar 2013 per miglior film straniero con Una separazione. A Cannes 2016, Il cliente, ha già ottenuto il premio per la miglior sceneggiatura e per la migliore interpretazione maschile.